Di amori perduti e ritrovati

 

 

Sinossi

La trama di Amori perduti e ritrovati  s’incentra su due storie di amore e di aspirazioni libertarie che si svolgono  in parallelo ma in epoche diverse:  durante la dominazione arabo-berbera nella Sicilia del X secolo d.C. e nel tempo presente. E' un romanzo d'avventura e di amore, storicamente ben ambientato, che mette in risalto l’amore come atto autentico di libertà, la diversità tra lo splendore della Palermo araba e la desolazione dell’odierna, il desiderio di rivalsa di un gruppo di giovani siciliani nei confronti di una società avariata. Si sviluppa lungo due trame parallele ed è giocato sull’idea narrativa di personaggi contemporanei che scoprono di essere una sorta di peculiare rinascita di uomini e donne Tuareg. Punto di contatto tra i due mondi è il personaggio di Elmira, che nel primo filone narrativo è innamorata di Ibrahim, impegnato  in una lotta per il potere in Sicilia contro  il crudele kalbita  Giafar e che, nel secondo filone, nella Sicilia di oggi,  ha rapporti con un gruppo di anarchici che sfidano  mafia e potere politico con  azioni di guerriglia.

Contesto storico generale

La conquista della Sicilia da parte dell'Islam iniziò quando il comandante  Eufemio di Messina, sconfitto,  fuggì  nell'attuale  Tunisia e chiese aiuto all'Emiro aghlabide di Qayrawān,  per sgominare e cacciare  dall'isola gli odiati Bizantini.
Ma solo il 17 giugno dell'827  iniziò la vera conquista dell'isola grazie a un esercito in gran parte berbero alla guida di comandanti arabi.  Lo sbarco avvenne  vicino a Mazara del Vallo  che fu occupata insieme all'odierna Marsala.
Le lotte si protrassero per oltre mezzo secolo finché non capitolò Rometta nel 965, quando già  l'Emirato aghlabide era stato sostituito  dalla dinastia dei  Fatimidi e, dopo ancora, da quella dei Kalbiti che furono i primi a instaurare un proprio potere autonomo, imponendo un emirato indipendente sotto  Yusuf l Abu’l Futuh e sotto Giafar Ibn Yusuf che sale al trono ancora vivente il padre colpito da paralisi.
La vicenda narrata si svolge sotto quest’ultima dinastia,   in un arco temporale di circa vent’anni.
Sotto i Kalbiti, la Sicilia rifiorì  e beneficiò di un periodo lungo di prosperità. Vennero introdotte tecniche innovative nell'agricoltura,  venne abolita la monocoltura del grano e incrementata la varietà delle coltivazioni con il frazionamento del latifondo.  Sotto l profilo commerciale l'isola divenne un punto nevralgico di scambi nel Mediterraneo.
Palermo, scelta dall'Emiro come capitale, ebbe un notevole sviluppo. Le etnie più significative presenti furono l'araba, la berbera, l'indigena e la persiana.
Ma, approfittando delle discordie  interne fra i vari Emirati,  i Bizantini tentarono nel 1038 una riconquista dell'isola  con esuli lombardi e truppe di mercenari normanni capitanati da Guglielmo Braccio di Ferro che, tornato tra i suoi, riferì delle meraviglie della Sicilia e della facile possibilità di assoggettarla.
I Normanni  riuscirono nell'impresa nel  1072  grazie all'aiuto della Repubblica Marinara di Pisa, loro alleata.
Palermo cadde dopo un anno di assedio.

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